I wanna be THIN.
I wanna be HAPPY.
I wanna be EVERYTHING.
But I am NOTHING.
"If you close the door

The night could last forever.

Keep the sunshine out

And say hello to never

All the people are dancing

And they're having such fun

I wish it could happen to me

But if you close the door

I'd never have to see the day again."

domenica 6 febbraio 2011

~68. One year ago..

Un anno fa.
5-6 Febbraio 2010.
Un anno e poco più di un giorno fa, programmavo meticolosamente il mio piano suicida, a scuola.
Avevo intenzione di tornare a casa, mio padre non doveva tornare, doveva essere a lavoro fino alle cinque, di spogliarmi, distruggere lo specchio e dissanguarmi con i frammenti dello specchio, nel bagno.
Se non che quando tornai a casa, c'erano sia la macchina sia la moto. Mio padre era sicuramente a casa. Disperata, salii su, e feci finta di nulla per tutta la giornata, convinta che avrei dovuto spostare il tentativo a mercoledì dopo, ed erano altri cinque giorni di vita. Sentivo di non potercela fare. E infatti, quella sera, mia madre era uscita con delle amiche, mio padre si era addormentato sul divano. Erano le 10.30, ed era più di un'ora che stavo accovacciata per terra tremante con le lacrime agli occhi e il bisogno disperato di fare qualsiasi cosa pur di non sentire più nulla. Alla fine decisi all'improvviso. Andai in salotto in punta di piedi per controllare se mio padre dormiva. Russava. Quindi allo stesso modo sgattaiolai in bagno, e mi chiusi dentro. Non distrussi lo specchio, perchè mio padre avrebbe sentito il rumore e sarebbe arrivato subito. Presi le sue lamette nuove, mi spogliai fino a rimanere in reggiseno e mutandine, e iniziai. Taglio, taglio, taglio, taglio. Non sui polsi, presi le vene sugli avambracci, dove mi si vedevano meglio. Quando pensai che fossero abbastanza per dissanguarmi, smisi. Rimasi seduta per terra, sanguinante, per un tempo che mi parve lungo ore, o forse pochi secondi, non ricordo più. Ricordo in un modo così lontano i colpi di mio padre alla porta, il rumore di quando la sfondò, la sua espressione terrorizzata, e poi lui che cercava di medicarmi, e poi capiva che se non mi avesse portato in ospedale avrei sanguinato fino alla morte. Credo che fossi semi-cosciente. Ricordo però bene i medici che mi portarono con urgenza su un lettino, mi tolsero gli strofinacci insanguinati che mio padre mi aveva avvolto intorno alle braccia e iniziarono a disinfettare e chiudere i tagli con i punti.
Dodici punti, o forse quindici. Non lo ricordo più. Ma ricordo quando chiamarono la psichiatra dell'ospedale che voleva ricoverarmi in psichiatria, e mia madre che quasi urlava che non ne avevo bisogno, che si sarebbe aggiustato tutto con la psicologa. Mio padre cercava di calmarla, ma era distrutto quanto lei. La psichiatra mi chiese cosa avevo avuto intenzione di fare con il mio gesto, se volevo uccidermi. Scossi la testa. Non volevo che sapessero quanto realmente stavo male, mi andava bene anche che credessero che volessi solo tagliarmi e avessi perso il controllo. Così fecero. Così fannno tutt'ora. Tranne la psicologa, giovedì l'ho detto anche a lei. Si illudeva che stessi meglio, e non potevo permettere che chi deve guarirmi pensi che io stia già meglio quando non è così.
Mi ricordo, quando tornati a casa dall'ospedale papà buttò tutte le lamette e i rasoi, e chiuse quelli che servivano in un armadietto, e prese la chiave. Da quella notte non posso più chiudere una porta, tranne raramente, o essere sola a casa -ora però sono molto più permissivi su questa regola. Ma per i primi tre mesi era come un carcere.
Cosa dissi agli altri?
"Sono caduta nella porta a vetri, è assurdo, vero? Ballavo questa canzone di Mika, non so se la sai, è nuova, sai, con l'ipod e le cuffie perchè papà dormiva, e a un tratto sono scivolata e a porta a vetri che era già rotta si è distrutta e mi sono fatta malissimo, ho perso un sacco di sangue, mi hanno dovuto mettere i punti! Sono proprio una stupida, eh?"
Questo è quello che successe un anno e un giorno fa. Ieri non ero in condizioni di scrivere. Neanche ora lo sarei, ma ho il bisogno viscerale di raccontare a qualcuno ciò in cui è culminato l'inferno che ho vissuto e che vivo.
Con il cibo ieri è andato uno schifo assoluto. Oggi anche.
D.A. -Sabato
Colazione: 30 gr di cereali (108), 300 ml di latte (144) e nesquik (91)
Pranzo: due teneroni (286), insalata (25 ca.), pezzo di frittata di patate (220 ca.)
Merenda: Graffa (350 ca.)
Cena: Un kebab solo carne e patatine (650 ca.), patatine (300 ca.), un gelato al pan di stelle (250)
Dopo cena: Cornetto al cioccolato bianco e nero (300 ca.)
TOT: 2724.
Bruciate: -504, palestra.
TOT: 2220.
Schifo. Così non dimagrirò mai.

Oggi:
Colazione: /
Pranzo: 180 gr di cous cous (640) al sugo (8) tre polpette al sugo (150 ca.), 20 gr di pane (55)
Merenda: Sanguinaccio (390) e savoiardi (234)
Cena: tre polpette al sugo (150 ca.), pane (165), insalata (25)
TOT: 1817

Per ora basta. Aggiorno.
Vorrei continuare a rimanere nel letto fino alla fine dei miei giorni, anche se so che non risolverebbe nulla, ma...non ce la faccio a vivere.
L.

7 commenti:

  1. anch'io una volta avevo programmato il mio suicidio.
    volevo ubriacarmi, incannarmi e poi andare nel porto, dove ci sono gli scogli. buttarmi e affogare, e morire assiderata nell'acqua invernale.
    le persone on capiscono.
    ma io si, io ti capisco. il dolore che si prova in un suicidio non è minimamente paragonabile a quello che viviamo tutti i giorni.
    nemmeno io ce la faccio più a vivere. ma tu pensa al futuro. pensa e spera.
    (L)
    alaska.
    ti sono (più che mai) vicina.

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  2. Dio. Delle volte le persone riescono a comprendere quanto stiamo male solo quando si arriva al culmine. Non bastano chiedere aiuti sotto ogni forma, con gesti, parole soffocate e chi più ne ha più ne metta...anche le persone che abbiamo più vicino sembrano non accorgersi di nulla.

    Vorrei che tu potessi trovare un pò di pace, da viva.
    Un abbraccio.

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  3. spero che tu invece ricominci a vivere...

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  4. non fingiamo, perche dovremmo ? basta è l ora di tornare avivere, è l ora di stare bene, non teniamoci tutto dentro, cerchiamo aiuto,,

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  5. Ciao Helena, ti seguo da qualche giorno.
    Anch'io avevo deciso di suicidarmi ed avevo studiato tutto nei più piccoli dettagli. Poi non ne ho avuto il coraggio per non dare un altro grosso dolore ai miei. E così tiro avanti, come posso.
    Se la tua quotidianetà ti fa star così male, allora cerca di fare qualcosa per cambiarla. Se hai avuto il coraggio di ucciderti, sicuramente avrai anche abbastanza palle (scusa l'espressione) per cambiare un minimo le cose intorno a te che non ti piacciono. Sono sicura che ce la puoi fare!

    Un forte abbraccio,
    Melody

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  6. Mi dispiace molto. Dev'essere stata davvero dura scrivere tutto questo. E quando tocchi il fondo poi pensi:"che ho da perdere?" Nulla.
    Ma ora sei qui, perché arrenderti? Perché non provare a ricominciare? Abbiamo un sacco di possibilità nella vita, dobbiamo imparare a coglierle. Non è facile, proprio per niente. Ti capisco.
    Forza e coraggio, siamo qui per sostenerti!
    Io sono dalla tua parte :)
    Un abbraccio..
    Ps non preoccuparti per il cibo..le cadute ci sono s e m p r e, poi però arriva anche la voglia di rialzarsi ;)

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  7. piccola,ho pianto.Mi sono commossa.
    Mi dispiace davvero. è dura,durissima.
    ti abbraccio.

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Think before writing. Pensa prima di scrivere. E non con superficialità.